EFFICIENZA ENERGETICA

Molti identificano l’efficienza energetica con la possibilità di ridurre i consumi di energia e, di conseguenza, risparmiare in bolletta ma questa è una visione riduttiva e, soprattutto, non consente di cogliere ulteriori opportunità. Infatti, ogni kilowattora risparmiato in bolletta porta con sé una serie di vantaggi, quali la riduzione dei costi di manutenzione e gestione, la diminuzione delle emissioni clima alteranti e/o nocive, il miglioramento delle condizioni di lavoro, la riduzione dei rischi connessi alle forniture, il miglioramento della qualità dei prodotti, ecc. L’energia è una risorsa preziosa, quindi, l’efficienza energetica non è solo una leva per ridurre i propri consumi e conseguire benefici diretti per le aziende (minori costi di produzione / manutenzione), ma anche un modo per aumentare la competitività agendo su tutta la filiera (minori costi di gestione e smaltimento per i clienti, minore impatto della logistica, minore inquinamento, ecc.).

Oggigiorno le imprese, per rimanere competitive, sono chiamate a riprogettare i propri prodotti e servizi, affinché siano meno impattanti sia nella fabbricazione che nell’utilizzo finale. Ciò comporta una sostanziale revisione della catena di valore delle imprese in quanto rivedere prodotti, processi produttivi e filiera richiede tempo, risorse e sviluppo di una cultura adeguata. Valutare le ricadute non energetiche dell’efficienza energetica e ripensare l’uso delle risorse (energia, acqua, materie prime, rifiuti, ecc.) su tutto il sistema produttivo sono sfide che necessitano di dati e di analisi, oltreché di procedure e nuovi modelli di business. È altresì fondamentale un coinvolgimento maggiore e più attivo del personale, anche grazie alle nuove tecnologie.

Inoltre, per contribuire a migliorare la competitività delle imprese attraverso un impiego più efficiente ed ottimale delle risorse, è indispensabile favorire la penetrazione dei sistemi di monitoraggio, analisi e automazione nonché accrescere l’adozione e certificazione dei sistemi di gestione dell’energia (ISO 50001:2011). Tale sistema richiede alle aziende di quantificare i propri consumi energetici e di monitorarli (audit più sistema di telecontrollo, telegestione ed eventualmente automazione), impone di definire una politica energetica di medio periodo, con obiettivi definiti di efficientamento energetico, promuove il miglioramento continuo ed attribuisce un ruolo chiaro e fattivo all’energy manager.

Tale figura, introdotta in Italia con la Legge n. 10/1991 “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”, è obbligatoria per le realtà industriali caratterizzate da consumi superiori ai 10.000 tep/anno e per le realtà del settore civile, terziario e trasporti che presentino una soglia di consumo superiore a 1.000 tep/anno. Si tratta di un profilo di alto livello con competenze manageriali, tecniche, economico-finanziarie, legislative e di comunicazione, che supporta i dirigenti aziendali nell’attuare politiche di riduzione dei consumi energetici e nel tenere conto in modo efficiente dell’energia.

Gli interventi sul patrimonio edilizio richiedono senza dubbio un impegno di capitale piuttosto rilevante, impensabile senza un forte coinvolgimento delle istituzioni finanziarie (banche e fondi di investimento). Gli incentivi messi a disposizione dal Governo, come ad esempio l’iper ed il super ammortamento, possono rivelarsi molto utili durante la fase di trasformazione e consentire alle aziende un più agevole utilizzo dei certificati bianchi negli anni successivi. Sul fronte dei trasporti, poi, devono essere attuate misure complesse sull’intermodalità, volte a ridurre gli spostamenti casa-lavoro su mezzi privati ed a razionalizzare ed elettrificare la logistica, con la trasformazione del parco circolante (elettricità, biocombustibili e GNL) e con la modifica del modello di utilizzo dei veicoli, meno basato sul possesso e più sulla condivisione.

Per raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico, il primo passo è quello di assicurarsi che le aziende e gli enti considerino l’efficienza energetica una priorità già all’atto dell’acquisto di macchine, dispositivi ed impianti che consumino energia. Risulta senz’altro più difficile ed oneroso efficientare i singoli componenti una volta acquistato e messo in funzione il macchinario. A tal proposito, la lyfe cycle cost analysis (LCCA) è una metodologia che prevede una valutazione economica dell’investimento effettuato considerando anche i costi energetici. Nella forma più semplice il confronto è effettuato sul prezzo del dispositivo in esame più il costo di energia e manutenzione per un orizzonte temporale ragionevole (ad esempio, 2 anni per un PC od una fotocopiatrice). Nella forma più complessa esso diventa un vero e proprio business plan. Il green procurement, invece, è un obbligo di legge per l’amministrazione pubblica, il quale prevede che in fase di gara siano considerati solo i prodotti che risultano ecocompatibili ed energeticamente efficienti. È dunque un altro modo di erogazione incentivi da parte dello Stato.

Le energy service companies (ESCO) sono da anni considerate una sorta di soluzione a tutti i problemi dell’efficienza energetica, in quanto offrono servizi energetici integrati chiavi in mano, con garanzia delle performance e canone basato sul risparmio garantito. Un maggiore sviluppo delle ESCO apporterebbe un ulteriore beneficio, in quanto le banche sarebbero verosimilmente più propense ad offrire mutui chirografari in presenza di contratti di garanzia delle performance, piuttosto che trattare numerosi finanziamenti con i singoli clienti finali.

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