Il MESOTELIOMA MALIGNO IN EMILIA-ROMAGNA

È stato pubblicato il rapporto del COR-RENAM Emilia-Romagna sull’incidenza ed esposizione ad amianto, aggiornata al 31 dicembre 2018. L’analisi dei dati, è stata condotta sui 2.752 casi di mesotelioma maligno incidenti in cittadini effettivamente residenti in Emilia-Romagna alla data della diagnosi.

Il mesotelioma maligno (MM) è un tumore raro ma di grande interesse scientifico per la ben documentata correlazione con un’esposizione professionale e/o ambientale ad amianto e per l’aumento dell’incidenza registrato negli ultimi anni in Italia ed in molti altri Paesi industrializzati. Nel nostro Paese l’amianto è stato definitivamente messo al bando nell’aprile del 1994, tuttavia, il lungo tempo di latenza tra l’inizio dell’esposizione e la comparsa della malattia, nonché l’allungamento della vita ed il miglioramento delle tecniche diagnostiche hanno fatto registrare un aumento dell’incidenza del MM negli ultimi anni.

L’insorgenza si manifesta, in genere, dopo oltre 40 anni dall’esposizione ad amianto e può manifestarsi anche per esposizioni ad amianto modeste e limitate nel tempo: sono stati descritti casi in lavoratori esposti a dosi presumibilmente basse ed in familiari di esposti che si occupavano della pulizia degli indumenti di lavoro contaminati. Sono stati documentati, inoltre, casi insorti per esposizione ambientale nei residenti in zone adiacenti ad insediamenti industriali con presenza / utilizzo certo di amianto.

La sede prevalentemente colpita è quella pleurica (91,5%), ma non sono pochi i casi a carico del peritoneo (7,6%), né eccezionali quelli alla sede pericardica e testicolare (0,9%). Il 77,0% dei casi è stato diagnosticato dopo i 64 anni, l’1,6% prima dei 45 anni e il restante 21,4% nella fascia d’età 45-64 anni.

Il tasso di incidenza regionale per 100.000 abitanti (TIS), calcolato per il periodo 2013-2017 e standardizzato con il metodo diretto con la popolazione italiana 2000, è pari a 3,9 negli uomini e 1,1 nelle donne (fig. 1). Il tasso più alto negli uomini è stato registrato a Reggio Emilia (6,4) e nelle donne a Piacenza (1,9). Sono risultati superiori alla media regionale anche i TIS, per uomini e donne, a Piacenza, Reggio Emilia e Ferrara; per le sole donne a Bologna e per i soli uomini a Ravenna e Parma. La provincia di Rimini registra il tasso più basso per gli uomini (2,3), e quella di Forlì-Cesena il tasso più basso per le donne (0,5).

 

Nella tabella che segue è riportata la distribuzione dell’esposizione professionale per settore produttivo e per genere. Quello delle costruzioni edili è risultato il settore maggiormente coinvolto (235 casi), seguito da costruzione / riparazione di materiale rotabile ferroviario (171 casi) e da industria metalmeccanica (140 casi). Rilevanti sono anche gli zuccherifici / altre industrie alimentari (132 casi), la produzione di manufatti in cemento/amianto (115 casi), e la produzione di prodotti chimici/materie plastiche (84 casi). I rimanenti 717 soggetti sono risultati addetti in numerosi altri settori di attività economica, dato che l’amianto è stata una sostanza con diffusione pressoché ubiquitaria per le sue caratteristiche coibenti ed antincendio.

Il mesotelioma maligno conferma dunque le sue caratteristiche di tumore raro con aumento dell’incidenza in entrambi i generi, registrato fino al 2012 e con primi segni di andamento stazionario negli anni successivi. In considerazione della sua pressoché totale letalità, questa malattia assume ancora rilevanza sociale con impatto superiore a quello degli infortuni mortali. I dati INAIL relativi agli infortuni mortali denunciati 2013-2017 (111, 116, 108, 139 e 123) mostrano, in effetti, un’occorrenza alquanto minore, 597 vs 754, rispetto all’incidenza dei MM (153, 133, 151, 159 e 158), registrata dal ReM nello stesso periodo (cfr. Relazione Annuale 2017, ed. INAIL, Roma 27 giu 2018 e Rapporto Annuale regionale INAIL Emilia-Romagna 2016, ed. INAIL, Bologna Dicembre 2017).

Il coinvolgimento dei SPSAL favorisce una corretta ricostruzione anamnestica espositiva al fine di garantire al paziente ed ai famigliari il riconoscimento della tutela privilegiata pubblica, prevista per le tecnopatie. Per quanto riguarda la tutela, purtroppo, si pone ancora la questione dei MM insorti per esposizioni extra lavorative che, stante l’attuale legislazione, non si configurano né come malattie professionali tabellate, né come malattie per le quali “sia comunque provata la causa di lavoro”.